Assunta
(mercoledì 15 gennaio 2014)
Categoria: Affetto
QUANDO IL FESTIVAL SI ASCOLTAVA ALLA RADIO
01:35 del 15-01-2014Ogni tanto vi racconterò del mio passato siciliano, sono piccoli raccontini che ho scritto sul mio blog, sono certa che leggerete con piacere e se per caso così non fosse, leggerete ugualmente soltanto per farmi piacere e se non volete farmi piacere, leggete e basta!
I miei ragazzi, sin da piccolissimi collezionavano le figurine dei calciatori con la raccolta Panini. Anno per anno, le incollavano su un album. Ora hanno trasmesso questa passione ai miei nipotini. E' uno spasso vederli discutere fra loro, quando si scambiano quelle doppie, infervoriti dal tifo proprio come i grandi. Mentre li osservo divertita, la mia solita lucina del tempo che fu, si accende puntualmente, facendo venire alla luce, i miei piccoli ricordi d'infanzia. La nostra raccolta non era quella delle figurine, ma era per noi ugualmente importante. Negli anni 50 ascoltavamo i tanti festival (di Sanremo e di Napoli), attraverso la radio. Vi stavamo incollati grandi e piccoli in religioso silenzio ad ascoltare le manifestazioni canore cercando di imparare le nuove canzoni. Il giorno dopo già nei negozi si poteva trovare con solo 10 lire, una bustina che conteneva: un foglietto colorato con il testo della canzone, un palloncino gonfiabile e una caramella morbida al latte. Continuando a comprare, inevitabilmente ci trovavamo ad avere le canzoni doppie, ed ecco
che cominciava lo scambio, proprio come le figurine! Scambiavamo i vari: volare, luna rossa, papaveri e papere ecc...... Poi ci sedevamo sui gradini di casa e si cominciava a cantare le canzoni leggendo i testi nuovi di zecca. Quanto ci divertivamo! Quelle bustine per noi erano molto importanti. Poi come in tutte le cose, con l'avvento della televisione, finì quella strana e simpatica raccolta, tanto cara a noi bambini e la loro scomparsa segnò la fine di un'epoca, quella uditiva radiofonica, per lasciare il passo a quella più moderna, la visiva!
Chi di voi faceva questa strana raccolta? Io la ricordo benissimo, era un divertimento molto canoro e allegro, cantavamo a squarciagola imitando i cantanti tenendo allenata anche la voce, non vi dico i bambini fra di noi che erano stonati come una campana, facevano rabbrividire anche le orecchie di un somaro.
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dora
(mercoledì 15 gennaio 2014)
Si, anch'io ricordo mia madre canterina, il giorno dopo le serate radiofoniche del festival. Lei, perchè noi due (io e mio fratello) alle 8.30 dovevamo andare a nanna. Alla fine degli anni '50, poi, mio padre comprò la televisione e allora, (abitavo già a Matera), si radunava tutto il palazzo a casa mia. Noi ragazzi seduti per terra, e i grandi sulle panche del tinello. Mio fratello che aveva già una decina di anni, all'epoca, registrava le canzoni su quelle monumentali bobine, vi ricordate....? Si incagliavano ogni tanto, facendo letteralmente balzare la voce del cantante....che spasso noi ragazzi!
Quanta allegria, Assunta, hai ragione! Altri tempi......o forse solo un'altra età!
Quanta allegria, Assunta, hai ragione! Altri tempi......o forse solo un'altra età!
mafalda
(mercoledì 15 gennaio 2014)
Questo tipo di figurine non le ricordo ........ricordo quelle dei cantanti ed attori che mio fratello conserva ancora gelosamente , però ricordo la moda delle cantanti sul palco con quegli abitoni gonfi di tulle e le scollature a cuore , che facevano impazzire noi bambine .La sceneggiatura del teatro non aveva niente a che vedere con quella dei nostri giorni , in compenso però era pieno di fiori .Le canzoni parlavano di sentimento , tutte rigorosamente con la parola cuore che faceva rima con amore ,duravano anni e anni e non come adesso che non fai in tempo a memorizzare un titolo che ne sono uscite altre 20 nuove .Io per esempio non ricordo nemmeno chi ha vinto l'anno scorso .......
Assunta
(mercoledì 15 gennaio 2014)
21:39 del 15-01-2014
Il ricordo degli abiti da sera delle cantanti rammentati da Mafalda, mi fa correre con la mente a Messina, quando la mia mamma cantava, faceva l'infermiera e la sera si esibiva in quello che oggi viene chiamato piano bar, il locale si chiamava: bar Irrera, un'elegante bar pasticceria che ancora c'è a Messina, almeno fino a qualche anno fa in viale San Martino, la via principale della città. Tutti i conoscenti amici e parenti dell'epoca, la ricordano sempre, con ammirazione, dicono fosse bellissima, portava abiti lunghi da sera, eleganti, portava capelli lunghi ricci sulle spalle, non aveva bisogno trucco, era bellissima ed elegante anche al naturale, ho foto che la ritraggono mentre canta o quando con mio padre ed altri personaggi, si esibiva nelle opere: le due orfanelle, la monaca di Monza, i miserabili, la cavalleria rusticana..........Lei ha sempre avuto quel portamento regale, affascinante ed altero, non passava mai inosservata!
Hai ragione Mafalda, le canzoni di una volta per lo più inneggianti all'amore, restavano nel cuore e nella memoria, oggi è soltanto consumismo e non c'è mai una sola canzone che sale agli onori della cronaca più delle altre.
Il ricordo degli abiti da sera delle cantanti rammentati da Mafalda, mi fa correre con la mente a Messina, quando la mia mamma cantava, faceva l'infermiera e la sera si esibiva in quello che oggi viene chiamato piano bar, il locale si chiamava: bar Irrera, un'elegante bar pasticceria che ancora c'è a Messina, almeno fino a qualche anno fa in viale San Martino, la via principale della città. Tutti i conoscenti amici e parenti dell'epoca, la ricordano sempre, con ammirazione, dicono fosse bellissima, portava abiti lunghi da sera, eleganti, portava capelli lunghi ricci sulle spalle, non aveva bisogno trucco, era bellissima ed elegante anche al naturale, ho foto che la ritraggono mentre canta o quando con mio padre ed altri personaggi, si esibiva nelle opere: le due orfanelle, la monaca di Monza, i miserabili, la cavalleria rusticana..........Lei ha sempre avuto quel portamento regale, affascinante ed altero, non passava mai inosservata!
Hai ragione Mafalda, le canzoni di una volta per lo più inneggianti all'amore, restavano nel cuore e nella memoria, oggi è soltanto consumismo e non c'è mai una sola canzone che sale agli onori della cronaca più delle altre.
NikFabri (Anonimo)
(giovedì 16 gennaio 2014)
Quando mio padre compro' il primo televisore, intorno al 1959 o il 1960, il programma particolarmente gradito era Studio Uno con le sorelle-gemelle Kessler ed il loro "Dadaumpa". Ho letto, recentemente che fu vietato, all'epoca, indossare le calze trasparenti, giudicate troppo ose', così permisero quelle nere piu' castigate. Altri tempi; oggi tutto è cambiato ma se si prende in considerazione internet, che ha rivoluzionato ogni cosa, la tv appare un "convento di clausura." Anch'io ricordo i festival di Sanremo, la figurine dei calciatori e soprattutto, qualche anno dopo, il mio primissimo 45 giri dei Beatles che comprai alla cifra "astronomica..." per le mie tasche di lire 350.L'ho conservato per anni, poi, nei vari traslochi, chissa' che fine avra' fatto. Mio padre, impiegato nella pubblica amministrazione, guadagnava circa 60mila lire al mese, pero' aveva la cambiale di 25mila lire per l'acquisto della casa. Avrebbe voluto comprare, come tanti in quel periodo, la Fiat 600, ma era impossibile. Io e mia sorella, con la scuola, certamente costavamo un bel po.' L' utilitaria, costava 600mila lire!!! .Qualche anno dopo, ricordo che un giorno, mio padre non appena rincasato, esordi' dicendo : sono stato in banca, oggi, finalmente, ho pagato l'ultima cambiale, ora possiamo respirare un po' e la casa è tutta nostra. Eravamo contenti e, anche se piccoli, comprendemmo la sua soddisfazione e la gioia di mia madre che era depositaria delle economie domestiche ed i suoi "no" riconducibili, talvolta, alle nostre richieste. Ho sempre riconosciuto nei miei genitori, negli anni successivi, una forza e delle capacita' non comuni nel vivere con difficolta' periodi difficili ma con dignita,' fiducia e soprattutto fede( mio padre in primis.) Quante volte ne abbiamo parlato negli anni successivi. Poi, le mie prime supplenze, l'immissione in ruolo, qualche anno di lontananza e quel suo vaglia postale che , a dire la verità, non era per me indispensabile. Tutto inutile. I soldi servono sempre, mi diceva; mangia qualcosa in piu'e di buono alla mia salute. Quanto mi manca.
Assunta
(venerdì 17 gennaio 2014)
01:11 del 17-01-2014
Che bei ricordi caro Nik! Tutti noi ne abbiamo, cari ricordi che ogni tanto tirare fuori dal cassettino del cuore, riempie di dolcezza. E' giusto che la vita vada avanti, che le tecnologie partoriscano sempre nuove invenzioni, ma quanta nostalgia, per tutto ciò che di semplice, di bello e di pulito c'era quando avevamo poco.
Che bei ricordi caro Nik! Tutti noi ne abbiamo, cari ricordi che ogni tanto tirare fuori dal cassettino del cuore, riempie di dolcezza. E' giusto che la vita vada avanti, che le tecnologie partoriscano sempre nuove invenzioni, ma quanta nostalgia, per tutto ciò che di semplice, di bello e di pulito c'era quando avevamo poco.
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